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Dopo seicento anni dall'eccidio della famiglia Cavalcabò per mano di Cabrino Fondulo, a due passi dal castello di Maccastorna, un giovane Procuratore della Repubblica indaga su un fatto criminoso, le cui ricerche portano alla luce vicende e personaggi collegati al delitto del XV secolo. Il romanzo pur rimanendo fedele a luoghi e personaggi storici, ha risvolti di carattere onirico-visionario che si sposano con una narrazione pregna di suspence. Senza scomodare Sigmund Freud, è risaputo che nella mente umana c'è un meccanismo che, in determinate occasioni, secondo la sensibilità soggettiva, rimuove i pensieri alla ricerca del passato. Sarà l'ombra che grava su Maccastorna a materializzarsi, per una vendetta postuma, calandosi nelle sembianze di un interprete del nostro tempo.