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Dopo le Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana del 1809, le Lezioni di Stoccarda furono tenute privatamente nel 1810 da un filosofo che, ancora profondamente avvolto dalla malinconia e dal lutto per la perdita della moglie Carolina, tornava di nuovo a riflettere sul proprio sistema filosofico, sul significato dell'identità assoluta come suo principio, cercando di descrivere razionalmente e analogicamente l'essenza originaria del Dio vivente, la sua contrazione nel reale, il rapporto della natura con Dio e con il mondo spirituale. Sullo sfondo rimaneva il vero senso da dare al panteismo, ma lo scavo compiuto da Schelling nelle forze motrici in cui libertà e necessità si identificano, prima ancora della coscienza e di ogni separazione, ne hanno permesso interessanti letture attuali. L'umanità è non meno al centro di queste lezioni sia riguardo alla costituzione interna dello spirito sia rispetto all'affannosa ricerca anche esterna, politica e storica, dell'unità. Vengono così anticipati temi che torneranno non solo nell'altrettanto inedito "cantiere" delle Età del mondo, ma anche in tutta la successiva filosofia "positiva" schellinghiana.