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Possiamo intenderci, quando parliamo di etica della cura? C'è nella cura qualcosa di comune al di là del genere, dell'etnia, della lingua, del Paese nel quale viviamo, degli usi, dei costumi e delle tradizioni che caratterizzano le nostre vite? Sì, c'è qualcosa di comune: è la nostra originaria condizione dell'essere con altri ed è la nostra originaria destinazione a essere per altri. Ebbene, la cura è precisamente quell'essere con altri e per altri vissuto in modo giusto. Del resto, solo in questo modo giusto ognuno di noi può essere pienamente se stesso. Cioè può star bene. Perché noi in realtà stiamo bene, quando anche gli altri stanno bene; cioè noi stiamo bene, quando con-dividiamo con altri non solo salute, emozioni, sentimenti, ma anche idee e pratiche di vita, in cui si realizza in molti modi l'accadimento che tutti invochiamo e che spesso tutti disattendiamo: la relazione di reciproco riconoscimento. Che è, appunto, una relazione di cura reciproca: la versione più comprensiva di un'etica della cura.