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La storia della cosiddetta Villa Mills sul Palatino è il simbolo del rapporto spesso contraddittorio tra la romanità e il tempo. Abbattuta per l'avanzamento della scienza archeologica sarebbe stata in realtà anch'essa una testimonianza di arte e architettura degna di essere preservata. Venne installata nel Cinquecento sulla sommità del colle in mezzo ad una vigna, fu decorata dagli splendidi affreschi del Peruzzi e della scuola di Raffaello, ed ebbe numerosi proprietari, tra i quali i maggiori esponenti dell'aristocrazia romana, tutti attenti a prendere il più possibile di quanto il fecondo suolo restituiva dei resti di epoca imperiale. Ma, costruita proprio a ridosso della Domus Augustana, la villa custodiva sotto di sé le origini dell'Impero romano e, sebbene verso la metà del Settecento fossero già stati fatti alcuni scavi antiquari, arrivò un momento in cui fu fondamentale dare priorità alla conoscenza dell'epoca antica. L'archeologia divenne scienza e necessitò di dati che un'ispezione sommaria e non approfondita mai avrebbe potuto restituire dagli strati più profondi del colle.