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Una fuga improvvisa e senza ragione apparente. E l'immagine di una donna, abbandonata "sotto un bel vigneto mentre un vecchio chitarrista canta un fado e la cenere resta miracolosamente attaccata alla sigaretta" e il vento dell'oceano sferza una Lisbona assolata. In realtà il tentativo disperato di un uomo di opporsi al destino e ad un male implacabile. Poi anni di assenza assoluta, in giro per il mondo tra fari nella tempesta, cavalli bianchi sulla spiaggia e Hare Krishna, giacche stazzonate e ricoveri in clinica e il ricordo di quell'ultimo pomeriggio portoghese. Sarà lei a cercarlo su internet "ovunque tu sia" e inizia un lungo epistolario tormentato e ironico: così riaffiorano inizialmente l'astio e il rancore della donna, violinista a Firenze e madre di Eleonora che ha tre anni, e la nostalgia di lui, sognatore e scrittore, e la passione per lei, mai dimenticata. Il rancore si stempera e diventa nostalgia e desiderio di rivederlo, ormai paralizzato e con il solo desiderio di vedere ristrutturata quella casa sospesa sul mare della loro antica vacanza portoghese.