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"«Un galantuomo della vecchia destra», con queste parole Maurizio Barbato sulle pagine de La Repubblica definiva Dino Grammatico e credo che ricalchino perfettamente, seppur in maniera estremamente sintetica, la sua persona. Un'attività politica e culturale lunghissima (dalla fine degli anni '40 del secolo scorso fino, sostanzialmente, alla sua scomparsa avvenuta nel febbraio 2007) da cui ancora oggi, non solo per fare memoria, possiamo attingere a piene mani, ma soprattutto per sottolineare la «lungimiranza visionaria», sia dell'uomo che del politico, in termini di idee. Ammesso che sia possibile, in qualche modo, scindere le due figure." (L'autore)