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Fra il novembre 2014 e il marzo 2015, in quattro distinte sessioni di esplorazione fotografica nel cuore della città e al tempo stesso al margine assoluto di una comunità, Franco Prevignano ha varcato i cancelli dell'ex carcere maschile di Perugia e si è calato nelle sue viscere marce e inquietanti. Inizia così uno spettacolare viaggio fotografico nella prigionia come condizione esistenziale senza tempo, nel panopticon carcerario come spazio post-umano che intreccia i fantasmi della colpa e del riscatto, al crocevia fra arte, architettura, sociologia ed etica.