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L'opera di L.W. Hine rappresenta un autentico turning point nella storia della fotografia: questo autore è stato tra i primi a credere nelle potenzialità della macchina fotografica come strumento di sviluppo culturale, rendendosi protagonista della campagna di abolizione del lavoro minorile negli Stati Uniti. Consultando l'archivio del National Child Labor Committee, ci siamo persuasi del fatto che la potenza di questo reportage stia nella bellezza delle fotografie: quasi che la loro esperibilità sul piano estetico abbia costituito il volano per tematizzare, nell'America di inizio Novecento, il problema del lavoro minorile e del contributo dei bambini alla creazione della "società industriale". Questo libro, allora, non ha un intento soltanto celebrativo: costituisce un esercizio di pensiero sulla possibilità che la bellezza svolga un ruolo peculiarissimo di "tramite" nel conseguimento della consapevolezza, individuale e collettiva, di un grande cambiamento in atto nella società. La collana "a settant'anni", che celebra la memoria di un grande autore a settant'anni dalla sua morte, non poteva aprirsi in un modo migliore: una storia che comincia con "C'era una volta la bellezza".