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Nella sua attenta e appassionata ricerca "Le miniature del codice Purpureo di Rossano. Memoria di bellezza", Gianni Morelli cerca di dare delle risposte ad alcuni quesiti fondamentali inerenti il codice Purpureo Rossanese: come e quando il documento è arrivato a Rossano, qual è il luogo e la data della sua produzione, chi ha eseguito un lavoro così raffinato e a quale tradizione iconografica si è ispirato, dove è andata a finire la seconda parte dell'opera? L'autore cerca di rispondere in parte a queste domande dividendo il suo lavoro in tre parti: nella prima parte parla della tradizione, che influenzò la composizione del Codex Rossanensis, di illustrare la vita di Gesù attraverso immagini ricorrendo a profeti dell'Antico Testamento che spiegano il mistero del Nuovo Testamento; nella seconda parte il Morelli ricostruisce la storia del volto con barba di Cristo, così come compare nel Codice Purpureo di Rossano e in quello Sinopense; nella terza parte lo studioso esegue un'analisi interpretativa del Codice tenendo presente il solo Vangelo di Giovanni.