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Il melodramma di Verdi è bellissimo, polimorfo, e intreccia magistralmente la commedia con la tragedia, tanto da soddisfare in teoria perfino Shakespeare. Per il suo tempo è un'opera moderna che anticipa il Falstaff. È una storia di due giorni che avrebbe dovuto avvenire in Svezia alla fine del 1700. È la storia di un Re che si innamora della moglie del suo migliore amico, suo ammiratore, suo protettore, suo ministro. Il primo giorno il Re non sa di essere ricambiato dall'affetto della dama: i due innamorati segreti non si dicono niente. Se lo dicono però di notte in una zona malfamata, ma senza sfiorarsi, nemmeno con un dito. L'amore esplode come un fulmine, subito smorzato per l'arrivo improvviso del marito accorso per salvare il suo Re dai congiurati assassini. Il marito non riconosce la moglie, velata sveltamente. La riconoscerà dopo, in assenza del Re spinto a fuggire. Il raccapriccio doloroso è tale per il marito "tradito" che gli fa vedere una cosa per un'altra: immagina di essere la vittima di un atroce adulterio consumato dalle due persone che amava di più. Da rude guerriero muta l'affronto in un abisso d'odio e di vendetta.