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1941: l'anno del lancio dei paracadutisti su Creta, dell'offensiva di Rommel in Libia, ma soprattutto, l'anno in cui avrebbe avuto inizio l'Operazione Barbarossa, l'attacco di proporzioni gigantesche all'Unione Sovietica di Stalin. La Germania di Adolf Hitler dovette fare appello a tutte le forze per poter destreggiarsi tra i molteplici fronti aperti. Alla mobilitazione generale avrebbero concorso più voci, non ultima quella di Kurt Eggers con il suo "Von der Feindschaft". Già volontario nelle Waffen-SS, il suo richiamo all'amore per la Germania, al giuramento di fedeltà al Führer, alla consapevolezza del proprio dovere come soldato non poteva risultare estraneo né rimanere relegato nel mondo delle idee. Paladino dell'azione ardimentosa, al cristiano "ama i tuoi nemici" contrapponeva l'idea di ostilità - l'odio come moto dell'istinto, come espressione della volontà dell'anima; al vecchio mondo dei borghesi e degli schiavisti, il nuovo mondo in cui si portava a compimento la legge tedesca; alla paura della sofferenza, la sua accettazione come necessaria all'atto creativo. Fino a giungere alla consapevolezza che esistono lotte per la vita e la morte che possono concludersi soltanto con la vittoria assoluta del più forte e il totale annientamento dell'idea sconfitta. Tutto ciò si traduceva per Eggers e per i suoi camerati in un solo comandamento: "Vorwärts!", "Avanti!".