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Il romanzo di una vita, scritto però con due inchiostri diversi che si mescolano, a volte, sino a divenire indistinguibili l'uno dall'altro, nella Mantova del secondo dopoguerra. Nella successione dei racconti, degli aforismi, delle poesie, si trova traccia dei giorni brutti - a volte orrendi e di quelli belli, del dolore indicibile e delle gioie della vita di un uomo che, per formazione e per vocazione, si potrebbe definire un gentiluomo. Vivere da gentiluomo, o da uomo per bene, per Giulio significa attraversare i sì e i no della vita con le armi della buona educazione, della pazienza, dell'ironia, così come, quando serve, della critica feroce e diretta che si scaglia contro un'ingiustizia o un torto. Significa, anche, godere di ciò che è bello, dei bei ricordi, delle belle amicizie, e delle cose belle ed eleganti, per quanto ci è possibile, mantenendo sempre quel certo understatement che è tipico della gente di pianura. Camminare piano e pensare prima di parlare, con uno stile che è assieme esteriore e interiore. Un libro in cui ci si riconosce e che ci aiuta ad affrontare i sì e i no che ci aspettano.