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Il Comes Britanniarum Magno Clemente Massimo fu l'ultimo Governatore romano delle Britannie e un temutissimo usurpatore nel tardo Impero. Figura fondamentale per la nascita dell'epopea di Re Artù, la sua spada - la Spada di Macsen - venne favoleggiata come l'arma che sarebbe stata tratta dalla roccia e chiamata Excalibur. I bardi di Britannia ne cantarono le gesta nella ballata "Breuddwyd Macsen Wledig" (Il sogno del Duca Massimo) contenuta nell'antica raccolta "Mabinogion" e, addirittura, Goffredo di Monmouth nella "Historia Regum Britanniae" fa affermare ad Artù che Magno Massimo era suo "parente stretto". In un intreccio fra storia, leggenda e fantasia, Magno Massimo si confronterà con altri giganti della storia (l'Imperatore Teodosio il Grande, il Vescovo di Mediolanum Ambrogio, il retore Agostino, il monaco Martino) e del Mito (il druido Taliesin, il principe britanno Cynan Meriadoc). È in questo romanzo, e in "L'aquila e la spada", che questa figura viene per la prima volta svelata e messa in luce narrando di un retaggio, finora misconosciuto dei quattro secoli di dominazione romana in Britannia, da cui sarebbe nata la memorabile leggenda di Re Artù e di Excalibur.