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Chi di noi, trovandosi dinanzi a un bellissimo panorama, non esulta di meraviglia? Lo stupore con cui ammiriamo l'impeto della cascata, o i fiordi della Norvegia, è lo stesso stupore che brilla negli occhi del bambino, fissando l'immensità della volta celeste. Questo stato di grazia che produce ammirazione non è che l'innocenza primordiale. Nel percepire la grandezza del creato, nel contemplare la maestosità di una cattedrale o nell'ammirare un bel dipinto, ci sentiamo elevati da un gaudio inesprimibile e poiché siamo fatti per il cielo, quando l'innocenza delle nostre origini, riemerge dalla corrosione del tempo che l'ha assopita in fondo all'anima, entriamo in una tale comunione con la bellezza divina, che la contempliamo in tutto il suo incanto e nella sua vera essenza.