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Questo è un libro di avventure. Racconta le esperienze vissute dall'autore per aver pubblicato i suoi libri. Ha incontrato presunte amanti di suo padre e omonimi che volevano sostituirlo al figlio suicida, ha rilasciato interviste imbarazzanti su fatti intimi. Situazioni imprevedibili causate dall'attività letteraria, anche se con la letteratura non sempre c'entrano molto. Come quando si è ritrovato nel deserto tunisino a recitare in "Le rose del deserto", l'ultimo film di Mario Monicelli. E qualche anno fa ha organizzato nel cuore di Treviso una manifestazione contro il razzismo di certi sindaci veneti. Ciò che è successo in piazza lo ha spinto a studiare il rapporto fra totalitarismo e microfono, fra potere e voce amplificata. Dopo aver pubblicato "Stabat Mater" è stato contattato da un'associazione che si batte perché le persone abbandonate alla nascita abbiano una legge che le aiuti a ritrovare la madre. Così un romanzo ambientato tre secoli fa ha contribuito a combattere un'ingiustizia di oggi. Ogni saggio inizia con una situazione personale che sconfina in considerazioni generali, l'autobiografia è solo una porta d'ingresso sulla vita di tutti. "Come ho preso lo scolo" presenta questi e altri contagi fra la scrittura e la realtà vissuta. Lo fa alternando brio e serietà di ricerca, attitudine comica e pensierosa.