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In "Grigia" Robert Musil narra la crisi della vita normale di un uomo medio, Homo, e la dissoluzione del suo Io attraverso il viaggio e il soggiorno nella Valle del Fersina con una spedizione che intende riattivare le antiche miniere d'oro. Nella Valle il protagonista è catturato dall'incantesimo di una natura e di un mondo arcaico; proprio in un luminoso e fiorito bosco di larici prova un'intensa esperienza estatica in cui riconosce il senso profondo del suo isolamento e si sente ricongiunto per l'eternità alla moglie lontana. Trasognato e leggero, vive con crescente distacco i rapporti con i compagni di spedizione e prova repulsione per la spinta distruttiva dei valori della civiltà europea incamminata verso la Prima guerra mondiale. La contadina Grigia, ambivalente creatura della Valle, di cui Homo diventa l'amante, lo incatena ancor più al suo destino di dissoluzione e di morte. Negli incontri amorosi in un fienile Homo prova altre intense esperienze estatiche, ma ormai ha chiuso con la vita ed è in passiva attesa della morte, immaginata come liberazione e compimento dell'amore. Così, arrivato l'autunno, si lascia morire in una miniera abbandonata, dopo l'ultimo incontro con Grigia. Il fallimento della spedizione coincide con il fallimento della ricerca di un nuovo Io da parte di Homo. Con una postfazione di Alessandro Fontanari e Massimo Libardi.