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Questo volume è frutto di una ricerca sull'antica e poco conosciuta tradizione dei quadrilli, piccoli quadri-reliquiari che le donne nell'isola di Procida solevano interrogare per una sorta di profezia tutta femminile. La ricerca, indagando sull'origine e sulla diffusione di questa tradizione, la colloca in più precisi ambiti cronologici e in più larghe coordinate geografiche. I quadrilli appaiono così un esempio del più grande mondo di quella religione 'delle cose' che nel corso dei secoli ha lentamente trasformato il cristianesimo da una religione di parole, di parabole e di promesse, in una religione fatta anche di oggetti concreti, immagini, reliquie, grandi e piccole opere d'arte. Utilizzati con modi diversi in varie aree del meridione, i quadrilli costituiscono un elemento che permette di comprendere alcuni aspetti fondamentali non solo della devozione 'femminile e popolare', ma dello stesso cristianesimo e della sua storia. Forse nulla più di questi oggetti riesce a farci comprendere come la fede sia stata una faticosa, continua speranza, sempre ricostruita, sempre riadattata, mai - per un grande numero di persone - perduta. Tutto ciò testimonia ancora una volta come la variabile fondamentale sia sempre quella dell'uso che di un oggetto si decide di fare, del nucleo narrativo che ogni opera contiene, del significato che ad essa attribuiscono i loro autori o, più spesso, le loro autrici.