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Il grande complesso monumentale che sovrasta l'isola di Procida è stato ed è nato, per mano degli ingegnosi architetti Cavagna e Tortelli, per essere palazzo del potente Cardinale Aragonese, Innico d'Avalos. Egli fece ridisegnare, con fare rinascimentale, anche l'accesso al Borgo di Terra Murata. Le architetture, la cinta muraria, i giardini, l'immenso orto e la vigna, il paesaggio magnifico hanno accompagnato gli illuminati pensieri, prima del Cardinale, poi la vita volitiva e i momenti di svago, nell'amenità dell'isola, di Carlo e Ferdinando di Borbone che lo trasformarono nel loro Palazzo Reale, fino a Francesco, che vi insediò una scuola militare. Successivamente divenne, nel 1830, il Bagno penale del Regno di Napoli e poi carcere dello Stato Italiano. Giacomo Retaggio, medico del carcere per 25 anni, attraverso le sue lenti, le sue chiavi di lettura e la sua capacità di emozionare, ci apre alla conoscenza dell'ultima storia del simbolo di quest'isola, raccontandoci le voci delle pietre, i sentimenti, i delitti di esseri abbandonati dalla dignità e dal senso della vita. Egli è un "portatore di memoria"con il suo linguaggio diretto e insieme poetico, la sua intelligente arguzia di narratore; l'autore è sottile e profondo conoscitore dell'animo dell'isola e dei Procidani, delle atmosfere e dei luoghi dell'isola.