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Nel luogo dei confini si riassume il Principio del Terzo escluso. Tra i lembi riunenti e separanti del confine c'è infatti qualcos'altro, un in mezzo. Obiettivo dell'indagine è l'esplorazione di questo luogo, nel tentativo di affrontare questa antica ed annosa questione. Bisogna riconoscere che senza il Principio del Terzo escluso ogni gesto e pensiero sarebbe assai complicato, perché l'indeterminazione, l'incertezza, l'equivoco si impadronirebbero di ogni cosa. Ma, altrettanto, si deve riconoscere che quel vuoto beante di equivocità attrae come una spirale che riavvolgendosi muta costantemente il segno fino ad assumere tutti i segni. Ma che forma potrebbe avere questo Terzo? Non quella di un ambito logico, di una possibilità di negazione sia dell'uno sia dell'altro dei poli dell'opposizione. Neppure la forma di una sintesi, di un luogo nel quale si dirime la polarità tra le opposizioni cancellandole in una unità di livello superiore. Semmai una forma relazionale, lasciando gli attori oppositivi al loro posto ed iniziando ad osservare il loro mondo non da uno di essi e nemmeno da un cielo di un altro mondo, bensì dalla relazione medesima che li unisce dividendoli in una ripetizione equivoca ed imprecisa, ma certa nel suo essere quasi uguale, e quindi non unica né molteplice, ma soltanto multipla e simile.