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"Verrà il giorno, ma è ancora notte, se volete domandare, tornate un'altra volta". La notte di Edom è dunque il tempo di un'attesa che non sappiamo se e quando avrà fine. Ed è, nel contesto dell'evocazione biblica weberiana, il tempo sospeso dell'assenza di Dio in cui è precipitata la modernità al suo crepuscolo. La convinzione che muove questa ricerca è che la riflessione weberiana sulla modernità ospiti, fra l'altro, il più precoce e per molti versi insuperato tentativo di fendere quelle tenebre, per comprenderne le cause, i caratteri, gli effetti. In un tempo in cui la religione si riaffaccia sulla scena pubblica, esibendo il volto di Giano di una promessa di pace e di un serbatoio di violenza, ripercorrere i passaggi e le sfumature della diagnosi weberiana sulle relazioni pericolose fra modernità e religione può fornire un contributo alla comprensione non solo della nostra storia, ma del nostro presente. Perché - è la tesi in controtendenza che un tale viaggio al cuore della notte ci consegna - la voce che da Edom attende l'annuncio del giorno è ancora la nostra.