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In quarant'anni di ininterrotta attività, Silvio d'Amico ha influenzato la scena italiana del Novecento come pochi altri uomini di teatro hanno saputo fare. A partire dai suoi esordi come critico 'militante' sulle pagine dell'"Idea Nazionale", ha perseguito con coerenza e costanza la sua battaglia per una scena rinnovata e contro il modello ottocentesco del Grande Attore e delle compagnie di giro. Per comprendere il suo percorso, culminato in una delle più resistenti egemonie culturali in campo teatrale che l'Italia del Novecento abbia conosciuto, Donatella Orecchia pone in relazione la sua voce con le molte che hanno animato la vita culturale e teatrale italiana in particolare negli anni Venti e Trenta, dagli attori ai direttori di compagnia, dai registi e teorici del teatro a scrittori come Bontempelli e Pirandello, fino ai critici di ogni formazione.