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"Il nuovo saggio di Souad Sbai è un'analisi e una testimonianza della sofferenza algerina e delle contraddizioni dei regimi totalitari e corrotti. Essi hanno strumentalizzato la legittimità delle guerre d'indipendenza coloniali, per sfruttare il popolo e diffondere ideologie di odio e d'ingiustizia, invece di far progredire i paesi e di accettare l'autocritica, la laicità e la giustizia". Così l'editorialista di "Le Figaro", Alexandre del Valle, nella prefazione a "Le ombre di Algeri", un inno alla libertà dell'Algeria, dell'Africa sub-sahariana e del mondo intero. L'esistenza degli algerini è a metà strada tra lo sviluppo post-coloniale di una democrazia "dovuta" e un fondamentalismo che ha tranciato ogni forma di libertà politica. La situazione non ha subito trasformazioni dall'avvento della Primavera araba, mentre il terrorismo armato e la classe dirigente hanno completato il lavoro di oppressione popolare. L'autrice riporta diverse storie vere di musulmani convertiti e perseguitati, e di donne algerine che hanno subito abusi da parte di padri e mariti. Tutto in nome di un fondamentalismo che poco ha di umano e, meno che mai, di religioso.