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Erano in 350mila "gli italiani dell'Istria e della Dalmazia che, vittime innocenti, hanno dovuto pagare per la sconfitta dell'Italia" e "si sono dispersi come profughi alla ricerca di un futuro migliore". Questa è la storia di uno di loro, "un piccolo eroe con un cuore da leone", un ragazzo che intraprende una lotta impari contro quel potere ingiusto e violento, una "guerra" troppo grande da combattere per una persona sola. Il romanzo di Gasperini offre l'occasione di approfondire un periodo storico spesso trascurato, quello della persecuzione degli italiani giuliano-dalmati nel dopoguerra. Il giovane protagonista assiste impotente al massacro di alcuni suoi compaesani, gettati nelle foibe. Eppure, nonostante tutto, un futuro è riuscito a costruirselo lo stesso, dopo un'infanzia passata tra i ricordi più dolci e quelli più tristi per la violenza che, in quegli anni post conflitto bellico, non ha risparmiato nessuno, nemmeno suo padre. Uno spaccato di storia che ha tanto ancora da insegnare, anche attraverso testimonianze dirette come questa, unica e tragica, ma allo stesso tempo fonte di speranza e redenzione.