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"Teoria delle bambine" della messicana María Baranda (Città del Messico, 1962) è una raccolta poetica inquietante che non dialoga solo con l'infanzia dal punto di vista di due bambine ma anche con il senso della vita e della poesia edificata sull'attesa e la pazienza. Infanzia che si confronta con il mondo adulto e si fa lotta tra il razionale e l'irrazionale, tra l'azione meditata e l'istinto, la ripetizione dei gesti e l'impulso. Il ritmo del libro è sincopato e urtante, come pervaso da una gioia in pausa, in gabbia o appollaiata su cavi arroventati, elettrici: una gioia congiunta a un dolore primitivo, fatto di violenze e strappi "nel tempo senza tempo" che qui si trasforma in voce poetica possente e vibrante. Libro con testo spagnolo a fronte.