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Con le sue considerazioni teologico-politiche (1709-1710), Grimaldi aveva sostenuto con forza le ragioni di Carlo d'Asburgo durante la polemica beneficiaria di quegli anni contro papa Clemente XI. Anche le considerazioni andarono incontro alla condanna che soleva colpire le opere anticurialiste. Nel 1710 le proposizioni di Grimaldi vennero dichiarate "false, sediziose, eversive ed eretiche". Nello stesso anno, una volta ricevuto per mezzo del vicerè cardinal Grimani il testo della censura, Grimaldi approntò una dura replica. Nell'"Avviso critico et apologetico" Grimaldi aveva opposto al revisore del Sant'Uffizio, il benedettino Nicolò Maria Tedeschi, una serrata confutazione; non solo a difesa delle Considerazioni, ma anche del "De re Beneficiaria" di Gaetano Argento. Nell'introduzione si è tentato di ricostruire il contesto storico e culturale in cui operò Grimaldi, con particolare attenzione alle controversie giurisdizionalistiche del Regno di Napoli a cavallo tra XVII e XVIII secolo. Con l'intento di approfondire le origini dell'Avviso e di analizzarne le peculiarità e le fonti adoperate.