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"E comunque. Va bene Beethoven. Va bene Mozart. Ma qui si torna sempre al rumore, alla gola in fiamme, alla sete. Basta una chitarra e un cazzo di amplificatore, e la notte si condensa intorno alle bottiglie vuote, ai corpi sudati, al desiderio di non morire." Questo libro, alla soglia del quarantennale del 1977, non è l'ennesima storia sul punk, eppure contiene e fa un sacco di storie. Anzi, si diverte ad accumulare brandelli di storie, di testi, di analisi, giocando con vari stili e registri. D'altronde, perché mai avere in testa uno schema definitivo (e ideologico) quando il punk ha cercato di negare ogni struttura culturale? In questo libro, si passa così, in ordine sparso, da un breve excursus sui Crass, leggendario gruppo anarcopunk e pacifista, ad alcuni accenni critici sulla violenza rivoluzionaria; da un tentativo d'inquadrare storicamente il "rumore creativo"ad una breve e sarcastica investigazione sulla gestione della merda nel mondo Occidentale (il nome GG Allin vi dice forse qualcosa?). E ci trovate ancora: recensioni inattuali, una carrellata sull'anarchia, note sul rumorismo contemporaneo, impeti d'amore, poeti punk ante litteram, disquisizioni in un odioso e finto stile post-strutturalista, e molto altro ancora. Insomma, ce n'è abbastanza per farvi odiare autore ed editore. Ma l'effetto è voluto. La prima pietra è scagliata.