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Di cosa parla questo libro? Parla dell'assoluta unicità di Ivan Graziani come cantautore rock, che negli anni Settanta "inventa" uno stile di scrittura e un linguaggio per la canzone come nessuno aveva fatto prima. Parte dagli anni Sessanta, dalla musica che c'era intorno a Ivan e dai suoi primi passi, e arriva ad analizzare il momento in cui Ivan stesso comprende come scrivere i brani, quale stile usare per dire al meglio le cose che aveva da dire, nella forma artistica "canzone" che gli era più congeniale. Il periodo cruciale è la fine degli anni Settanta, il momento di svolta nello stile verso un modo di scrivere unico e, dunque, d'autore. Certamente non parla solo dei brani più famosi: Agnese, Lugano addio, Firenze. O, meglio, li mette da parte, perché considerarli l'apice artistico di Ivan Graziani - come probabilmente è giusto fare, soprattutto per Lugano addio - farebbe trascurare il suo merito principale: aver compreso come unire al meglio la forza del genere "rock" con quello del genere "canzone d'autore". Sotto questo punto di vista, brani come Pigro o Fuoco sulla collina restituiscono molto meglio di altri la grandezza di un autore che era un fiume artistico in perpetuo moto, che puntava all'autenticità - con tutto l'armamentario etimologico e di senso che questa parola comporta -, che non si fidava mai di forme o verità acquisite ma cercava sempre di stupire, cercava l'originalità e, così facendo, cercava una strada propria. Prefazione di Andrea Scanzi.