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Nel 1949 Pablo Neruda, deputato comunista, è costretto a fuggire dal Cile. Inizia per lui un periodo di esilio che lo porterà infine a Capri, al fianco della cantante Matilde Urrutia. Il poeta dedicò liriche appassionate alla donna amata e all'isola che li accolse, riunendole in due splendide raccolte: "Las uvas y el viento" e la mitica "Los versos del capitán", uscita in forma anonima a Napoli nel 1952 grazie alla sottoscrizione degli esponenti più in vista dell'intellighenzia italiana. Da Renato Guttuso a Luchino Visconti, da Carlo Levi a Giulio Einaudi, senza dimenticare Elsa Morante, Palmiro Togliatti, Giorgio Napolitano, Antonello Trombadori. Quarantaquattro sottoscrittori per quarantaquattro copie numerate di un libro che Neruda riconobbe come proprio solo dieci anni più tardi. Dopo lunghe ricerche José Goñi ripercorre con dovizia le tappe della permanenza dell'artista cileno in Italia, delineando il contesto politico e culturale irripetibile che lo vide protagonista e restituendoci la figura di un poeta civile completamente immerso nel proprio tempo.