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Antonio Cozzolino, detto "Pilone" per la sua folta barba, ex scalpellino del Vesuvio ed ex sergente dei Cacciatori, eroe della battaglia di Calatafimi, è stato uno degli ultimi briganti ad arrendersi alle truppe piemontesi. Per oltre dieci anni carabinieri e bersaglieri gli diedero la caccia tentando di stanarlo sui pendii del Vesuvio, dove Pilone, che era originario di Boscotrecase, stabilì il suo quartier generale. I piemontesi gli uccisero i genitori e il fratello e arrestarono la sua donna, ma lui non si arrese mai. Alla fine, tradito da un compagno e "mollato" dalla camorra (che ne decretò la condanna a morte), cadde vittima di un tranello in via Forìa a Napoli e fu ucciso a colpi di pugnale a pochi passi dall'Orto Botanico: aveva quarantasei anni. Nel libro, un giornalista raggiunge il covo del brigante tra le lave delle "Ciaramelle" e si fa raccontare direttamente dal capobanda la sua avventura. Fino a quando in montagna non irrompono i carabinieri. A poco a poco il giornalista rimane affascinato da Pilone e diventa, sia pure segretamente, un suo sostenitore.