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Non sono racconti queste storie, ma parole che scivolano lungo i marciapiedi delle città, l'umido sui muri delle case, guizzi tremolanti di colori nel profilo di un albero spoglio. Guardando una fotografia, il punto di fuga che cattura lo sguardo e crea l'illusione della prospettiva è un dettaglio che dal vero svanisce nell'insieme delle cose. Così queste storie: istantanee scattate per errore, soggetti fuori inquadratura: contorno e paesaggio che continua oltre la fotografia. Dettaglio di storie talmente regolari da farsi cronaca senza avere la forza, immerse nel rumore di fondo quotidiano, per diventare letteratura. Persone e pensieri infranti. Se c'è una briciola di vero in un libro, è quella che ci mette in sintonia con la pagina, anche se le parole usate non hanno forma o melodia, se sono spezzate come pensieri veloci, inafferrabili come nuvole, intrecci di linee discontinue come il profilo frastagliato di una costa; i mille frammenti di uno specchio in frantumi. Schizzi e impressioni di un rapporto distratto con la realtà.