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Roma 1898. All'età di 63 anni il pittore Michele Cammarano inizia a scrivere il resoconto di una vita, la propria, agganciandola a eventi storici e artistici di una storia collettiva. Il racconto si dipana in due volumi manoscritti che vanno dalla sua infanzia al 1870, data emblematica non solo per il compimento dell'unità nazionale, ma anche per l'affermazione professionale del pittore che, nel corso di quell'anno, ha l'onore di ricevere il principe Umberto di Savoia nel suo studio, al cospetto di quella che diverrà una delle sue tele più note: La Carica dei bersaglieri (Savoia, Savoia! La Breccia di Porta Pia) (1871, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte). I volumi, già appartenuti a Salvatore Di Giacomo e di cui si erano perse le tracce, sono qui presentati nella loro interezza. Ne emerge un racconto fluido e appassionato che fa da corollario a una galleria di ritratti in cui sono presenti i protagonisti di una stagione politica e culturale determinante per gli esiti del XIX secolo: da Luigi Settembrini a Alexandre Dumas, da Filippo Palizzi a Gustave Courbet, per citare solo alcuni esempi.