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Pubblicato nel 1936, ma censurato dalle autorità vietnamite fino al 1986, questo romanzo è considerato uno dei capolavori letterari del Vietnam del XX secolo. Una satira dissacrante e ricca di humour che mette a nudo gli effetti della modernizzazione di stampo francese sulla nuova borghesia di Hanoi negli anni Trenta. Giocando audacemente con le contraddizioni insite nel processo di occidentalizzazione, Xuan Capelli Rossi, semi-analfabeta figlio del popolo ma dotato di grande ascendente sulle donne, realizza una folgorante scalata sociale: da umile raccattapalle nei circoli del tennis ad autorità indiscussa nel campo della moda, della medicina, della poesia, dello sport fino a essere proclamato eroe nazionale. Una sarabanda di vicende equivoche che smaschera le ipocrisie dello stile di vita acquisito e sbeffeggia i vietnamiti che si atteggiano a europei. Il libro rappresenta un esempio di critica all'occidentalizzazione vista con gli occhi di un "colonizzato".