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Cosa hanno in comune la figura di Tano Guarrasi, protagonista del film Tano da morire, e personaggi come Angela, Romea, Manuela e tanti altri che animano le produzioni di Roberta Torre? Il muoversi in contesti visionari e straripanti di colore, ma anche l'essere disegnati su uno sfondo ben definito: un certo sud. Nella produzione irriverente della regista milanese, le storie si snodano in territori dalla forte valenza sociale ed emotiva: Palermo, Catania, la Sicilia, sono luoghi in cui prende forma una visione ad un tempo dissacrante e acuta della realtà. Un sud che non si propone necessariamente come tale, ma che permette di esplorare tensioni e problematiche che attraversano ogni periferia e ogni deriva. Questo libro, che riunisce contributi di diversi ambiti disciplinari, indaga il rapporto tra il cinema di Torre e i luoghi della finzione narrativa, guardando al cinema non solo come opera d'arte e dunque come oggetto estetico, ma anche come complessa operazione economica che vive in uno stretto rapporto con il territorio che racconta.