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"Se è difficile la lettura del "Paradiso" immaginate quanto sia ancora più arduo farne la traduzione in romagnolo! Non saprei proprio se Dante redivivo mi inviterebbe a 'rivedere i miei liti' data la mia scarsa competenza teologica, oppure mi permetterebbe di 'mettereper l'alto sale' il mio naviglio seguendo il suo solco per l'amore che porto alla sua opera. Ad ulteriore conferma del famoso aforisma di sant'Agostino, dopo 'L'Inféran' e 'E' Purgatòri' eccomi qua con la traduzione in romagnolo della terza cantica. Il tempo è passato ed i pochi capelli sono ormai imbiancati, ma l'amore per Dante e per il nostro dialetto non è scemato, anzi si è rafforzato col tempo. Nel 'Paradiso' son mutati scenario, atmosfera e lo stile della poesia di Dante e di pari passo quelli della mia traduzione, poiché vivo l'insolita esaltante avventura di seguire il poeta in 'piccioletta barca dietro il legno che cantando varca' cercando di riportare tutta la 'Commedia' al suono familiare del nostro dialetto. Ed ora finalmente ho completato l'opera: testardo e deciso ho seguito Dante passo a passo, perché seguir lui è per me la miglior maniera per imparare e conoscere me stesso." (Gianfranco Bendi)