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Francesco Bianchini (1662-1729) ha reso un contributo inestimabile allo sviluppo del pensiero scientifico italiano della prima metà del Settecento, da lui introdotto alle maggiori novità scientifiche dell'epoca, alla nuova astronomia gravitazionale e all'ottica geometrica newtoniana. Quando, nel gennaio 1713, giunge in Inghilterra, proveniente dall'Olanda, l'erudito veronese conosce e frequenta Newton, ricevendo una sorta d'investitura scientifica, che gli permette di entrare in contatto con il rigoglioso e selettivo ambiente degli illuministi inglesi. L'"Iter in Britanniam", il suo diario inglese, è un'opera di assoluto rilievo nella storia del viaggio scientifico e delle relazioni culturali fra Italia e Inghilterra in età moderna. Pubblicato per la prima volta nel 1966, ma divenuto presto una rarità bibliografica, viene ora riproposto in questa nuova edizione, tradotta e commentata da Mara Musante.