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Il volume affronta l'eterno rapporto amore/morte - diade "classica", che attraversa l'intera storia della cultura occidentale -, non nel segno del conflitto, di una contraddizione netta, irreversibile, senza speranza, ma, al contrario, del confronto, dell'affinità, d'intrecci impensabili e talvolta inestricabili. Il gioco tra amore e morte viene sempre condotto lungo la sottilissima linea che li divide: quando l'amore per il sapere incontra la morte dell'aristotelismo scolastico, per mano della nuova scienza, tra la fine del Medioevo e la prima età moderna; quando eros s'incunea tra filosofia e politica nella trattatistica bruniana; quando il senso della morte, che intanto va permeando la nuova Francia illuministica, indossa una veste iniziatica nel cosmo esoterico del Settecento; quando a camminare pericolosamente sul crinale dell'Altrove sono protagonisti dell'arte, del pensiero, della storia, come Caterina II, Potemkin, Sade, Malraux, Cioran, Truffaut o Valentine Gibert, misteriosa figura che appare e subito scompare, al pari di una fulminea rivelazione, nella letteratura femminile francese d'inizio novecento, tra simbolismo, decadentismo ed esotismo.