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Già in precedenza, nel romanzo "Caos" (1953), l'autore aveva condotto un'analisi esasperata del proprio mondo interiore, sull'esempio del Male oscuro di Berto, dell'Irrealtà quotidiana e del Pensiero perverso di Ottiero Ottieri. Questo "Elogio della follia" richiama invece nel titolo l'omonimo libro di Erasmo da Rotterdam, con cui ha in comune, nella parte finale, la visione di un mondo in cui tutto nasce da quella "ebbrezza gioiosa" che è propria della follia. Il poemetto, che risale a parecchi anni or sono, fa da controcanto all'"Elogio della saggezza".