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Il rifiuto del lavoro salariato è un'affermazione dei bisogni radicali di libertà, di piacere, di esperienza ed è comprensione del carattere universale della rivendicazione di libertà dal lavoro di cui era portatrice la classe operaia di fabbrica e, pertanto, è un'implicita violazione delle regole produttive stabilite dal capitale e dalla mediazione sindacale. È il rifiuto più o meno organizzato dell'obbligo di produrre plusvalore.