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"Figli di una pentola" scorre su due binari cronologici: la Sicilia greca del Quinto secolo avanti Cristo da una parte e quella di fine Ottocento dall'altra. Le città di Selinunte e Castelvetrano non sono separate da una dozzina di chilometri, ma da almeno duemila anni di storia. Vari personaggi, attingono la loro forza dal proprio intimo valore, soprattutto se sono figli di una pentola o di una ruota, in un mondo in cui predomina la visione sprezzante del debole, di chi non ha potere e la rigidità dei ruoli. Storie di bimbi abbandonati, simili, avranno svolgimento ed esito differenti. La Storia, nella Castelvetrano ottocentesca, non occupa un ruolo di primo piano, disperdendosi nelle piccole storie personali di ragazzini destinati ad acquisire velocemente ruolo e mentalità di adulti, scarpari, carretteri, contadini. Ben altro ruolo avrà la Storia, nella Selinunte greca, nelle congiure oligarchiche, nei banchetti e perfino nelle storie d'amore. Amore materno, infantile, sofferto, politico.