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La silloge poetica "Senza Dio" trasporta il lettore in un viaggio ai confini dell'Io più profondo, attraversando e analizzando senza sconti, in modo diretto, fortemente empatico e al contempo metaforico il conflitto esistenziale e la crisi spirituale contemporanea. Ecco allora venire allo scoperto tutte le fragilità, le inquietudini, i conflitti, le pulsioni, le incapacità, le volontà, le contraddizioni, le speranze e i tanti "tacet" dell'essere umano di oggi, sempre più inquieto, disperso e solo. Parimenti la negazione, l'esaltazione, la sostituzione del concetto del "divino" nella società contemporanea creano implosioni ed esplosioni esistenziali che si articolano in sovrastrutture e sovrascritture. Introiettandole o respingendole l'Io trasforma se stesso irrimediabilmente. Spiritualità e razionalità apparentemente in conflitto in questo Io deformato diventano l'alfa e l'omega di un "pensiero curvo" in perenne evoluzione ed involuzione. Filosofia e poesia in questo libro sembrano fondersi grazie ad una scrittura complessa, potente, piena di rimandi e citazioni, che ci accompagna - senza fiato - lungo le asperità e le consolazioni di un viaggio interiore che non lascia scampo.