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È questo il Libro d'Oriente di Enzo Villani, che in esso raccoglie, dopo averle in parte riviste e ritrascritte, le sue prime raccolte di versi. Per le quali sono stati felicemente provvidenziali il trasferimento in Turchia avvenuto in un certo punto della sua vita e la scelta di una comunicazione col mondo e le atmosfere di quel paese anche attraverso una scrittura che si prova a riflettere un'origine e una felicità da noi smarrite. Lo stato d'animo è quello di una inesausta "quête" che determina meraviglia piuttosto che evasione. D'altronde l'articolazione dei temi soggettivi nelle vicende culturali ed esistenziali dell'alterità orientale, spinge a vagheggiare un cominciamento assoluto. Ma poi quelle stesse occorrenze riconducono inevitabilmente al diverso spessore del mondo contemporaneo, in cui l'oriente è contiguo al nostro occidente e il Libro d'amore che lo evoca diviene anche il Libro della crisi e delle inquietudini.