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Ilias Gris è certamente uno dei pochi autori la cui ispirazione trae alimento dalla terra dove è nato quale fonte di indirizzi esistenziali e ctonii, da un lato, e matrice di catenativi eventi storico-politici, peraltro decisivi per la sua formazione psichica, politica e culturale, dall'altro: una terra che non è "un semplice villaggio" (natale: Krèstena), ma un paese-patria, paese-storia e paese-umanità. Sulle rive del vicino Alfeo il poeta incontra uomini e idee, passato e presente, ombre e luci, tenta una problematica ricostruzione della propria mitologia della vita, il restauro di un'origine radicata... nella carne devastata e nel sangue avvelenato di una terra familiare vittima della soria e delle tentacolari deficienze degli uomini artefici di questa storia. La poesia di Gris dunque va letta non solo come il diario di un viaggio empirico e spirituale, ma anche a maggior ragione come il raggiungimento e la presa di possesso di una intima consapevolezza del bene e del male oltre la materia e l'idea, la realtà e il mito.