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"Io, Domenico Tiburzi, nacqui a Cellere, in provincia di Viterbo, il 28 maggio di 60 anni fa, in una famiglia povera ma non abbastanza, perché l'occhi pe' piagne il Signoriddio ce l'aveva lasciati, bontà sua. Terra ingrata la Maremma, non ti ridà la metà della fatica che fai pe' coltivalla. Erano anni quelli in cui le bestie e il formaggio secco li dovevi divide colle zanzare, non potevo fa altro che il pastore ol bracciante: piegato sulla vanga a rovescia' zolle da mattina a sera. So sempre stato una testa calda, che vòi... E 'un mi so mai garbati quelli che sfottono e non ho mai riconosciuto l'autorità, ero fatto così." Ogni capitolo è arricchito di un QR code con cui poter ascoltare letture e brani dell'omonimo spettacolo teatrale.