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"Muoio forse, quindi è così che si muore, con il nero che penetra anche in bocca. Eppure levito e, sempre nel nero, volo penetrando come fumo attraverso le trame di velluto nero del coperchio. Vado oltre il materiale duro; ma anche oltre è nero. Ora volteggio stupefatto nella notte; non mi vedo, ma so di essere coperto; indosso un camice verde, una sorta di kimono che ovviamente non vedo, lo so e basta. Le braccia sono penzoloni lungo i fianchi, anche se è solo un'idea giacché il corpo non può essere in volo con me, I piedi sono nudi e penzoloni, inutili in volo. Illusione. Il corpo, di materia, è rimasto sigillato dal coperchio e ora viaggia chissà per dove. È bello volare, è bella la leggerezza. Perché ho aspettato tanto? Non chiedo, ora, che ci faccio, io, qui? Credo di saperlo".