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Possono un sigaro e un'adolescente cubana divenire strumento d'intrigo internazionale in grado di mettere a rischio la stabilità mondiale, se non addirittura la stessa sicurezza? La fantasia dell'autore, nel narrare una cronaca semiseria, attinge a piene mani dalla realtà, proponendo, in chiave narrativa d'avventura, avvenimenti e dinamiche politiche ben noti ai lettori. Cohiba è il famoso sigaro cubano che, nel romanzo, diviene l'oggetto principale del desiderio; simbolo proibito che, in combinazione col sesso illegale e clandestino, conferma il delirio d'onnipotenza che assale, fatalmente, i vertici mondiali. Per il possesso esclusivo di entrambi i piaceri, si è disposti a infrangere sia le proprie leggi sia la sovranità dei popoli.