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Il libro prende spunto dalla storia di Ivo, uno degli 810 mila internati militari italiani che dopo l'8 settembre 1943 vengono deportati in Germania. Oltre 50 mila non ritorneranno in Italia. La mancanza di braccia tedesche, tutti gli uomini impegnati in guerra, fa sì che militari italiani vengano impiegati chi negli stabilimenti a produrre armi, chi in altre attività. Ivo farà l'aiuto fornaio a Breslavia, oggi capitale della Slesia, dove conoscerà una ragazza Marlene che porterà con sé, una volta liberato dalle forze Alleate, tra mille difficoltà, e diventerà sua moglie. La sua vita si svolge tra difficoltà inimmaginabili. Al lavoro durissimo nelle miniere elbane alterna nel tempo libero la caccia, e la pesca, specie "a traina", diventando un vero "maestro". La sua bravura gli consentirà di "arrotondare" la magra paga di minatore che non basta mai. Il rapporto col nipotino, Angelo, "il Capitano" è molto forte. Nel crescere "il Capitano" diventa l'amico, il compagno fisso di bellissime avventure di pesca, a cui trasmettere "trucchi" ed esperienza. Trucchi ed esperienza che vedranno nel "muro del pianto", un muretto fare da panchina abituale ai pescatori amatoriali.