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Correva l'anno 1922 quando, in un piccolo paese della Ciociaria, fiancheggiato dalle verdi acque del fiume Liri e incorniciato dai monti Aurunci, la piccola Filomena perde quanto di più caro ha al mondo: i genitori. Prima l'adorata madre le viene strappata dalla grande influenza, detta anche febbre spagnola, poi il padre decide di emigrare all'estero, in cerca di fortuna, senza più fare ritorno. Filomena sarà cresciuta dagli anziani nonni, vivendo l'imponente povertà di quei tempi, la fame e l'ancora diffuso analfabetismo. Diventata una ragazza, bella e ammirata e, per sfuggire alla miseria, è costretta a delle dolorose rinunce. Va a cercare lavoro nella Capitale e, seppur disillusa dagli uomini, è disposta ancora a credere nell'amore. Vittima di pregiudizi, decide di tornare al paese natio, dove si trova ad affrontare le conseguenze della seconda guerra mondiale. La sua terra natale, sfortunata nell'essersi trovata sulla linea Gustav, troverà la forza per rinascere dalle ceneri e dal sangue dei suoi caduti per merito dell'animo forte dei sopravvissuti.