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Quando il 21 aprile 1945 Bologna venne liberata dall'oppressione fascista e nazista, il sindaco Giuseppe Dozza si trovò di fronte una città distrutta. Per la ricostruzione lanciò l'appello "fare presto e bene" che tutti accolsero con slancio. Lo sport si elevò a protagonista nella difficile rinascita e Dozza seppe cogliere e valorizzare questa realtà sul piano materiale e morale. Ripresero a vivere società sportive, furono organizzati tornei e manifestazioni, ripartì il Bologna F.C.; vennero allestite riunioni di pugilato e lotta al Baraccano sotto l'egida della sezione giovanile del Partito d'Azione; in Montagnola gare ciclistiche con Coppi e Bartali promosse dall'Anpi; Uisp e "Il Progresso d'Italia" lanciarono la "Corsa al mare" in quattro tappe per donne cicliste. Il sindaco Dozza alimentò questo fermento, stimolò gli organizzatori e acquisì un ruolo di primo piano nella costruzione del Palasport di piazza Azzarita che poi venne a lui intitolato in segno di riconoscenza. Dozza interpretò, senza sbavature retoriche, l'importanza dello sport a tutti i livelli costruendo nel contempo le basi per il futuro.