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In un paesino del Trevigiano vicino alla Pedemontana, qualcuno riceve una strana lettera, scritta in un italiano stentato: la famiglia Moretto scopre così di avere uno "zio d'Australia", emigrato giovanissimo sessantasei anni prima e di cui si erano perse le tracce. Giunto alla fine dei suoi giorni, Fausto Moretto, ormai stabilito nella remota Meekatharra, dopo una vita di avventure a volte bizzarre e duro lavoro nelle ferrovie australiane si decide a cercare il contatto con il "nido", a lungo rimandato anche per la vergogna di non essere uno di quelli che "ce l'hanno fatta". I principali spunti di questo romanzo sono fatti veri, che molte famiglie non solo venete riconosceranno nella loro storia personale. Un omaggio a tutti quelli che prendono in mano il loro destino per crearsi un'esistenza migliore e affrontano la vita di petto.