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"A. Cechov. Dal suo epistolario", a cura di Aurelio Zanco fu pubblicato nel 1925 ed è formato di materia vitale: lettere autobiografiche, lettere ai familiari, lettere a personaggi illustri dell'epoca, lettere agli amici, lettere ai colleghi medici, etc. La sua scrittura era semplice, priva di retorica, sana, gustosa, umoristica, tragica, profonda come la vita. In quelle lettere raccolte amorosamente dopo la morte dell'artista, ogni parola è un segno che s'incide. Si evince che, il dramma dell'uomo sensibile sta tra il sorriso di un mattino chiaro e le lacrime di un bambino. Sta in nulla ed è tutta la nostra vita.